mercoledì 15 ottobre 2014

A iurnata è 'nu muorzo


Ci sono delle cose che stanno, stanno li. E sono consapevoli che prima o poi passerai da loro, per loro. Sono cose che hai la, proprio la, sul comodino...dell'anima. Ti guardano passare giorno dopo giorno e ti dormono accanto per mesi, e tu le guardi giorno dopo giorno e sai che arriverà il loro momento. Ci sono libri che non sono libri, e ci sono parole che non sono parole. E poi arriva il momento giusto, quando entrambi lo decidete.

Montedidio è un libro che ho comprato mesi fa, ormai tanti mesi fa. Io ho questo strano rapporto con i libri, l'ho sempre avuto, ci studiamo a vicenda per un tempo indefinito che può durare un secondo o un anno e poi, quando lo decidiamo, iniziamo a leggerci...a vicenda.


E' il mio primo libro di Erri De Luca (lo ammetto, ho bisogno di recuperare parecchio), ma ci sono innumerevoli motivi per i quali io e questo libro ci siamo studiati per così tanto tempo. Motivi che vanno oltre i pensieri per gioco.

Libro stupendo, lettura stupenda, scrittura stupenda. A iurnata è 'nu muorzo, è corta, diamoci da fare. Frasi a cui dai improvvisamente un significato. Tanto, troppo mi colpisce di questo libro. Luoghi, persone, linguaggi, avvenimenti, temperamenti, colori, odori e sapori. Cose che mancano. Cose che restano.



Parlo con Rafaniello, oggi abbiamo tempo, non vi viene la mancanza del paese vostro, chiedo. Il suo paese non c'è più, non ci sono rimasti i vivi e neppure i morti, li hanno fatti sparire tutt'insieme:"Non sento la mancanza, dice, sento la presenza. Nei pensieri o quando canto, quando aggiusto una scarpa, sento la presenza del mio paese. Mi viene a trovare spesso, ora che non ha più un posto suo. Dentro la chiamata dell'acquaiolo che sale col carretto sopra Montedidio a vendere l'acqua zurfegna, solforosa nelle terrecotte, pure dalla sua voce mi arriva qualche sillaba del paese mio". Se ne sta zitto per un poco coi chiodini in bocca e la testa china sopra una suola. Vede che sono rimasto vicino e continua:"Quando ti viene nostalgia, non è mancanza, è presenza, è una visita, arrivano persone, paesi, da lontano e tengono compagnia". Allora don Rafaniè, le volte che mi viene il pensiero di una mancanza la devo chiamare presenza? "Giusto, così a ogni mancanza dai il benvenuto, le fai un'accoglienza." Così quando sarete volato io non devo sentire la mancanza vostra? "No, dice, quando ti viene di pensare a me io sono presente." Scrivo sul rotolo le parole di Rafaniello che hanno rivoltato la mancanza sottosopra e ora sta meglio così. Lui fa coi pensieri come con le scarpe, le mette capovolte sul bancariello e le aggiusta.


Andrea


5 commenti:

  1. Non sentire la mancanza ma la presenza é un bel modo di vedere. Non ho mai letto nulla di Erri de Luca, leggo poco ultimamente e non ne vado fiera. Potrei ricominciare con lui.

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  2. Io Erri lo conosco anche se di suo ho letto pochissimo. Ultimamente ha collaborato con Pelù che gli ha fatto da attore per un cortometraggio che ha scritto. Lo vedrò sicuramente.
    In ogni caso, ci sono sempre tante cose che si aspetta di fare: leggere, guardare, ascoltare. Deve compiersi il tempo giusto per farlo.

    Moz-

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