giovedì 20 giugno 2013

ODA come MANZONI

DOMANDA: “Alla tua età leggi ancora i fumetti e guardi i cartoni, ma non ti vergogni?”
RISPOSTA: “Sei un idiotà!”

Ho deciso di iniziare quest’articolo così, con la domanda più stupida che una persona possa rivolgere ad un appassionato di fumetti. Nel mio caso si tratta di fumetti Giapponesi, o manga che dir si voglia. Devo essere sincero, io non sono un appassionato di manga in generale, il mio bagaglio culturale fumettisticamente parlando è abbastanza limitato, messo a paragone con i veri appassionati farei sicuramente delle magre figure. 

Allora perché, vi chiederete voi, quest’articolo? Perché mi piace condividere la mia idea sui manga con la rete, senò che lo scrivo a fare un blog?! 

Preciso, in anticipo, che non voglio fare opera di critica su nessun manga in particolare, prenderò in esempio i miei preferiti per fare un discorso più generico sul mondo del fumetto giapponese.

Partiamo dal principio, i miei due manga preferiti: NARUTO e ONE PIECE. Il primo narra le avventure di un giovane ninja alle prese con nemici di varia natura, il secondo parla di un giovane pirata alle prese con nemici di varia natura. Beh, direte voi, che schifo di fumetti sono? Ma proprio qui viene il bello, la gente si limita a giudicare queste “opere” guardando delle puntate in maniera abbastanza casuale e superficiale (tra l’altro spesso senza neanche leggere il fumetto); è come se vi descrivessi i promessi sposi dicendo che ci sono due che si vogliono sposare ma non riescono e idem con patate per Romeo e Giulietta. Ma ovviamente sappiamo tutti che la cosa non è così semplice.

Leggere un manga (o guardare il relativo anime, cioè la trasposizione animata del fumetto) richiede una dose di costanza e una minima concentrazione nel provare a seguire una delle cose più importanti, che rende questi semplici fumetti delle vere e proprie opere letterarie: LA TRAMA.

Invito un qualunque fan di naruto o one piece a cercare di spiegare in maniera esaustiva, e senza tralasciare svolte importanti nella narrazione, la trama di questi fumetti contenendosi in un foglio A4. Ve lo dico io, è praticamente impossibile.

La peculiarità di questo genere di opere letterarie sta proprio in questo (senza ovviamente tralasciare la caratterizzazione dei personaggi, l’animazione, i disegni e via dicendo, anch’esse decisamente degne di nota), la trama è degna del miglior Manzoni o Shakespeare. Vi prego non mi uccidete per questo paragone prima di aver letto almeno tutti i fumetti di uno o dell’altro manga.

E’ ovvio che non si sta paragonando la “capacità di linguaggio” utilizzata dal Manzoni o da Shakespeare, lungi da me; anche perché le due forme di comunicazione (romanzo e fumetto) credo siano imparagonabili per ovvie ragioni. La mia idea, forse un po’ azzardata, è che la forma di comunicazione fumetto è al giorno d’oggi più adatta ad arrivare al grande pubblico di quanto attualmente non lo siano i romanzi, con l’aggiunta che gli attuali manga non hanno niente, o comunque molto poco, da invidiare a grandi opere letterarie scritte nel passato.

Quindi la mia domanda ora è:”Possiamo considerare i fumetti giapponesi come gli eredi, evoluti e rivisitati, delle grandi opere letterarie del passato?” Mah, chi lo sa!

Con questo concludo e ringrazio.

A.

2 commenti:

  1. E io ti rispondo: "Lo sono già". Non me ne intendo di teatro, ma il manga, o il fumetto in generale, penso derivi dalla voglia di illustrare ciò che si sta raccontando, facendola vivere. Ricordo un pensiero di Da Vinci che elogiava la pittura, mettendola sopra la scrittura. Pensava che uno scrittore potesse scrivere intere pagine per descrivere qualcosa, ma non ci riuscirebbe mai appieno, come farebbe invece un pittore con un quadro, con una sola immagine.

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    1. eh eh eh...il signor Da Vinci ne sapeva una più del diavolo! XD

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