martedì 25 febbraio 2014

Il post che ha fatto commuovere il mondo


Sul filone cattiva informazione, volevo parlare di un argomento che ultimamente mi urta non poco il sistema nervoso. E' da un po' di tempo a questa parte che ho sviluppato un'intolleranza nei confronti di Repubblica, o più in generale dei siti di ormai simil-informazione, che più che un mezzo di informazione online sembrano essere diventati un centro nevralgico di viral video, molto spesso poco interessanti e con titoli palesemente ingannevoli.



Ed è proprio questo il punto della questione: I titoli degli articoli, post, video, o come li vogliate chiamare sono diventati un mezzo per accalappiare cyberpolli che al primo: "il video che ha commosso il mondo", "il video che ha fatto piangere l'universo", "la foto che fatto cagare la via lattea", "incredibile che cosa combina questa vecchietta", non esitano un secondo a cliccare e beccarsi venti minuti di pubblicità prima di poter vedere 15 secondi di un video che tutto è tranne che commovente, incredibile, sensazionale o stupefacente.


La "piaga" del titolo accattivante non è di certo un'invenzione recente, da che mondo è mondo i giornalisti si sono sempre arrovellati il cervello per trovare il miglior modo per accattivare l'attenzione del lettore ma sinceramente credo ora si sia superato decisamente il limite.

Voi che ne pensate? Anche a voi viene il tic all'occhio quando leggete questa roba o siete riusciti a far evolvere la vostra capacità di calma e pace interiore al livello Dalai Lama Super Sayan?

Commentate pure, gli insulti (spero non a me) questa volta sono più che ben accetti.

Andrea

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